pane con le uovaLa Pasqua non è solo una importante, se non la più importante, festività del calendario liturgico Cristiano; è anche un’occasione per riscoprire le usanze e le tradizioni radicatesi nel territorio e nella collettività nel corso dei secoli.

Terra di folklore e contaminazioni, la Puglia ha da sempre un’attenzione particolare per tutte quelle ricorrenze di carattere sacro che fanno parte del background culturale di coloro che abitano questo territorio e che si tramandano da generazioni le tradizioni legate alla Passione del Cristo.

Territorio posto per anni sotto il dominio spagnolo, la Puglia conserva molti legami con la penisola iberica; le oltre 240 edicole votive presenti nelle vie di Bari, sono tutte di stampo spagnolo. La solennità delle celebrazioni liturgiche iberiche è la stessa che si può ritrovare nelle manifestazioni pasquali che si svolgono in Puglia.

Bari vecchia, la zona più antica del capoluogo pugliese, ogni Venerdì Santo diventa il teatro di due solenni processioni, una realizzata dalla Confraternita della Vallisa e un’altra, di origine più recente, dalla Confraternità di San Gregorio.
Sebbene la maggior parte delle celebrazioni che si svolgono nel periodo pasquale sia legata alla tradizione e alla Fede Cristiana, è importante sottolineare come molti retaggi risalenti ad un’epoca più antica siano ancora ben radicati nel territorio pugliese.

Emblematico è il caso della “Cuddura”, un grosso tarallo all’interno del quale vengono disposte delle uova sode sempre rigorosamente in numero dispari; l’origine di questa particolare tradizione pare debba essere fatta risalire all’epoca degli antichi romani, quando, per augurarsi il favore degli Dei, questi particolari manicaretti venivano portati all’interno dei templi dedicati a Cerere e Proserpina. L’uovo ha un significato simbolico antichissimo e da sempre è associato al concetto di fertilità; fino a poco più di un secolo fa, infatti, le “cuddure” erano il dono d’amore che le giovani donne in età da marito facevano ai loro futuri sposi, come a voler augurare una vita felice e feconda alla coppia. Questa usanza, successivamente ripresa e adattata alla Fede Cristiana, persiste ancora oggi, anche se al posto delle “cuddure”, i fidanzati si scambiano un Agnello di pasta reale, simbolo per eccellenza del Cristo.

Legata alle tradizioni delle antiche popolazioni pugliesi che col passare del tempo si sono mischiate fino a fondersi con la cultura di stampo cristiano, è anche la credenza secondo cui la Pasqua che cade di Marzo (o Pasqua bassa) é portatrice di sventure e cattivi raccolti, mentre quella che cade di Aprile (la Pasqua alta) fa sperare in un periodo particolarmente prospero e di buone coltivazioni.

Quasi a voler compensare il periodo di dolori e astinenze che la Quaresima e la Settimana Santa impongono, è tradizione terminare le solenni celebrazioni Pasquali che si svolgono in ogni angolo di Puglia con una sorta di scampagnata che si svolge il giorno successivo alla Pasqua, il Lunedì dell’Angelo.

Questa celebrazione dai toni più leggeri veniva anticamente chiamata “finita”, dal termine latino “fines” che indica il confine tra due territori; si tratta di un’occasione conviviale che può essere facilmente ricollegabile alla gita fuori porta di Pasquetta dei nostri giorni, un momento in cui le famiglie si riuniscono per festeggiare la Resurrezione del Cristo con cibi e dolci preparati appositamente per questa celebrazione.

La realizzazione di piatti tipici è, da sempre, strettamente collegata alle celebrazioni folkloristiche che caratterizzano il Bel Paese e la Puglia non fa eccezione. Trascorrere la Settimana Santa in Puglia, infatti, non è solo un’occasione per riscoprire tradizioni religiose vecchie di secoli, ma anche per assaporare i piatti regionali tipici del periodo. Immancabili sono le “Scarcelle baresi”, gustosi dolcetti ricoperti di glassa realizzati con zucchero, olio e, naturalmente, uova, elemento che la fa da padrone in questo particolare periodo liturgico.